Guarigione su base energetica

In questo periodo, da molti identificato come periodo di ingresso nell’Età dell’Acquario, stiamo assistendo ad una notevole diffusione della pratica di numerose tecniche di guarigione (ed autoguarigione) su base energetica.

Queste tecniche si riallacciano a conoscenze molto antiche, ma che erano state finora confinate in ambiti molto ristretti o molto lontani da noi. Mi riferisco alla medicina tradizionale cinese, tibetana ed indiana, allo esoterismo egiziano, alla medicina sciamanica degli indiani d’America.

Alla fine degli anni ’50 del secolo scorso lo Yoga era per quasi tutti un succo di frutta, i pellerossa erano selvaggi scotennatori, quello che veniva dalla Cina era troppo strano per capirci qualcosa e su chi si avvicinava troppo a questa materia aleggiava il rischio di fare la fine di Giordano Bruno. Nel giro di pochi decenni siamo venuti in contatto con sistemi allora inconcepibili, e siamo già in molti a ricorrere a qualcuna di queste tecniche o almeno a non escluderne la possibilità.

Chi lavora sull’energia ammette come dato certo che noi siamo una manifestazione dell’energia universale, e che ognuno di noi è un insieme di vibrazioni energetiche solo in parte percepibili coi cinque sensi. Mentre è ovvia l’esistenza dei livelli più densi di energia come ossa, articolazioni, muscoli, sangue, pelle, è difficile entrare in contatto con le manifestazioni più sottili che richiedono occhi e mani particolarmente allenati o anche capacità extrasensoriali. Si considera immortale la parte più sottile e invisibile, mentre quella che vediamo e tocchiamo è il suo contenitore provvisorio.

Tutte le grandi religioni descrivono l’uomo come composto di queste due parti; i sistemi di guarigione a cui mi riferisco accettano l’esistenza di un Essere Supremo senza vincolarlo ad una religione precisa, perciò accettano tutte le religioni: si può benissimo essere atei ed accettare uno di questi sistemi, dopo aver verificato che abbia una sua logica coerente ed un campo di applicazione più o meno ampio in cui funziona.

C’è un problema nella verifica: questi sistemi non si presentano in un modo accettabile dal punto di vista del nostro mondo accademico, l’unico che tutti riconosciamo in grado di fornire una credibile “certificazione di qualità” a garanzia del pubblico. Forse però gli strumenti di misurazione oggi in uso non sono abbastanza sensibili, e ce ne potrebbero essere di migliori in futuro.

Come si fa a capire se un operatore è bravo? Si conta sulle sue qualità e capacità personali, e solo secondariamente sul suo sapere. Egli dovrà individuare dove l’energia è in una situazione non equilibrata, quindi riassestare l’energia in quelle aree per il ripristino dell’armonia energetica globale.

Posso citare alcune tecniche di intervento: trasmissione di vibrazioni energetiche con l’aiuto di cristalli, profumi, suoni, colori; diete e danze specifiche; recitazione di mantra; meditazioni guidate; massaggio sul corpo, pressioni su punti specifici; guarigione a distanza per trasmissione telepatica di energia.

Dal mio punto di vista lo spazio rimasto al di fuori della medicina ufficiale è oggi molto ampio: dipende anche dal fatto che questa si è chiusa in un sistema molto rigido, e considera non esistente tutto quello che non rientra negli schemi di misurabilità e dimostrabilità già codificati. Per quanto si trova attualmente al di fuori degli schemi è inutile aspettare che qualche ricercatore accademico ce ne dimostri la validità: il tempo assegnatoci per vivere non è sufficiente.

Se abbiamo la motivazione per farlo, la consapevolezza che siamo fuori da certi schemi, la fiducia nelle persone e molto buon senso, avventuriamoci pure.    

Roberto Antonangeli